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9 luglio 2011 6 09 /07 /luglio /2011 13:01

CamaniOggi il Giornale del Popolo pubblica un articolo con ampi dettagli sul concerto "All'acqua" di Arianna Camani, che si produrrà domani alle 20.45 nella chiesa di San Vigilio. Un'occasione per chi volesse saperne di più prima di gustarsi la musica. Saranno presentati pezzi di Marin, Bochsa, Godefroid, Trnecek, Albèniz, Ibert e Petrassi.


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5 luglio 2011 2 05 /07 /luglio /2011 21:09

Il sito della Città ha pubblicato il tanto discusso e atteso rapporto della Commissione della pianificazione del territorio. Come ci si poteva aspettare, il suo aspetto più interessante non è tanto quello del numero degli oggetti da proteggere (questione che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro e ha innescato aspre polemiche), quanto piuttosto quello dei temi che introduce nella discussione: riesame del piano regolatore, zone di pianificazione, implementazione dell'ISOS e necessità degli inventari dei nuclei. Tutti temi che VivaGandria ha ripetutamente sollevato in questi anni. Vi invitiamo a leggerlo attentamente, anche per il suo valore "pedagogico" per quanto riguarda la storia della legislazione e le pratiche di protezione del territorio del Cantone e del Comune.

Altro aspetto interessante è dato dal fatto che tutti i commissari (dal PS alla Lega) lo hanno sottoscritto, il che gli dà buone possibilità di successo in Consiglio comunale, sempre che il Municipio non decida all'ultimo momento di ritirare il suo messaggio (come aveva minacciato nei giorni scorsi).

Tra l'altro, in relazione a queste tematiche, anche Raffaella Martinelli, relatrice della Commissione, ha ritenuto necessario reagire alla stupefacente intervista del sindaco apparsa recentemente sul Corriere del Ticino: crediamo di fare cosa utile mettendo online il suo intervento.

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4 luglio 2011 1 04 /07 /luglio /2011 13:11

Domenica prossima 10 luglio alle 20.45, Arianna Camani si produrrà in un concerto d'arpa nella chiesa di San Vigilio. Segnatevi l'appuntamento e pregustatevi il programma.

Arianna Camani ha iniziato lo studio dell'arpa all'Accademia di Musica di Lugano, ha seguito corsi al Conservatorio di Victoria in Canada e si è poi trasferita a Basilea, dove ha conseguito i diplomi d'insegnante e di perfezionamento. Dà concerti sia come solista che con diverse formazioni di musica da camera in Svizzera, Germania e Austria. È arpista solista dell'orchestra Basel Sinfonietta e collabora con l'orchestra Musikkollegium Winterthur.

L'entrata è gratuita e, in caso di bel tempo, durante la pausa funzionerà una buvette sul sagrato della chiesa.

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29 giugno 2011 3 29 /06 /giugno /2011 14:12

Caro Sindaco,

la sua recente intervista sul Corriere del Ticino è senza dubbio stupefacente.

Pensiamo che le questioni del bello, del bene e della democrazia sono intimamente interconnesse e hanno grande rilevanza nella storia del pensiero. Ciononostante, in questa sede, non vogliamo entrare nel merito delle sue considerazioni, che non condividiamo, sulla difesa del patrimonio architettonico di Lugano, ma venire al suo modo di concepire la politica, la democrazia, il rapporto tra eletti e elettori.

A Gandria lei si è “stufato” per non essere riuscito a far passare un suo progetto, per la verità non brillante. A suo dire le persone che aderiscono alla nostra Associazione (e alle altre sorte in città) non sono in “buona fede”, sono malate di “protagonismo”, “sprovvedute”, sono “sempre negative, sempre contro, sempre critiche...” ed esprimono solo “astio”. Più in generale, partendo da quelle premesse, lei ritiene che pianificare la città coinvolgendo i cittadini sia “una follia totale” che “uccide la democrazia”.

Allora vorremmo ricordarle come ci siamo mossi in questi ultimi tre anni a Gandria.

- 8.10.2008: quando lei ha introdotto il progetto delle note palazzine non abbiamo criticato ma abbiamo promosso una petizione al Consiglio di Stato per la protezione integrale di Gandria: due terzi dei cittadini l’hanno sottoscritta. Attualmente ha superato lo scoglio della Commissione dei beni culturali ed è al vaglio dell’ufficio cantonale che dovrà fornire il preavviso per la decisione del governo.

- 5.11.2009: le abbiamo inviato una lettera proponendo, tra l’altro “di far allestire un inventario rapido del contesto culturale/paesaggistico di Gandria” per porre un freno al degrado quotidiano - anche per mano pubblica - del delicato tessuto del villaggio. Per questo progetto, come abbiamo avuto occasione di esporre a un membro dei municipio, offrivamo un modello, la collaborazione dell'Ufficio cantonale dei beni culturali e una direzione scientifica di qualità. Ma la proposta non è stata accolta.

- 19.11.2009: abbiamo organizzato una conferenza/dibattito con relatori qualificati - “di spessore”, direbbe lei - e folto pubblico per discutere del tema “Gandria: nucleo da salvaguardare?”. Il Municipio ha delegato ufficialmente l’architetto Marco Hubeli, responsabile della pianificazione comunale, per cui sa che dal dibattito sono scaturiti suggerimenti interessanti da prendere in considerazione.

- 26.7.2010: abbiamo proposto al Municipio la partecipazione della Città a un Mandato di studio parallelo per la tutela e la valorizzazione architettonica e ambientale dell'antico villaggio di Gandria. Il Cantone lo desiderava, la SIA e la FAS - società di architetti e ingegneri - ne avevano approvato il bando e volevano patrocinarlo, garantendo anche la pubblicazione e la mostra dei risultati. La STAN aveva aderito. L’allora capo Dicastero del territorio Paolo Beltraminelli e l’architetto Marco Hubeli avevano espresso il loro accordo di principio, il Municipio diceva di seguire “con interesse l'iniziativa dell'Associazione VivaGandria”. Due giorni dopo la maggioranza municipale in cui si riconosce ha declinato frettolosamente l’offerta, senza comunicare ai municipali il testo del mandato - elaborato da architetti “di spessore” - e senza inoltrarlo per esame, come consueto, ai competenti uffici amministratvi. Un’occasione mancata, che avrebbe permesso fra l’altro di affrontare quello che lei considera “il vero sfregio di Gandria, quell'autosilo sopra la testa: osceno, oppressivo”. Su questo punto siamo totalmente d’accordo con lei: allora perché non affrontare insieme il problema?

Siamo forse degli “sprovveduti” ma ci sembra di potere onestamente dire di aver sempre avanzato proposte positive e concrete. Questo e altre attività più capillari, storiche, culturali, sociali.., è ciò che abbiamo il piacere di fare “a favore della collettivita”.

E lei perché è così critico? Così negativo? In questo modo rischia di innescare un drammatico scenario fin de règne. La storia insegna che quando i governanti incensano i cittadini c'è odore di tirannia nascente e quando li insultano c'è odore di tirannia in declino. Ma siamo convinti che presto o tardi si aprirà anche a Lugano lo spazio della relazione, la politica del dialogo tra autorità e cittadini; quella per esempio sperimentata in città come Zurigo, con grande guadagno di intelligenza collettiva e beneficio per il tessuto e la progettualità sociale e urbana.

Se dubita veramente della nostra “buona fede” la invitiamo a venire a discutere da noi e l’aspettiamo fiduciosi. Potrà facilmente rendersi conto che il nostro interesse è per una città bella e vivibile e che per questo possiamo mettere a disposizione idee, creatività e savoir-faire.

Cordialmente,

VivaGandria

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28 giugno 2011 2 28 /06 /giugno /2011 17:25

Attaccato da più parti e anche nel suo partito, Giorgio Giudici sceglie lo scontro, quasi volesse innescare un drammatico scenario "fin de règne". Lo ha fatto oggi sul Corriere del Ticino in una lunga intervista con la quale offende mezza città. VivaGandria non è "in buona fede", noi (e i membri dei gruppi che difendono il territorio) saremmo malati di “protagonismo”, “sprovveduti”, “sempre negativi, sempre contro, sempre critici...” ed esprimiamo solo “astio”. Più in generale, partendo da queste premesse, ritiene che pianificare la città coinvolgendo i cittadini sia “una follia totale” che “uccide la democrazia”. Vi risparmiamo, le potete leggere sul giornale, la serie di banalità inanellate sulla protezione del patrimonio architettonico di Lugano. Rimandiamo il nostro commento complessivo a una lettera aperta che diffonderemo quanto prima.

Come sappiamo attorno alla protezione del patrimonio culturale di Lugano sta infuriando un'aspra battaglia e sulla Regione, Giovanna Masoni rivela perché Bignasca fa bau ...

Questa afosa e per molti versi penosa giornata di fine giugno ci ha perlomeno riservato le rinfrescanti considerazioni di Elio Bollag e Franco Cavani sulla perduta bellezza di Lugano.

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26 giugno 2011 7 26 /06 /giugno /2011 07:21

Nella seduta di mercoledì scorso, il Municipio ha dunque deciso di non ritirare il suo messaggio sulla variante beni culturali del PR e lo ha annunciato con un comunicato stampa. La decisione è avvenuta a maggioranza; solo i due municipali leghisti hanno votato a favore del ritiro. L’esecutivo detta però le sue condizioni: la questione dovrà essere ridiscussa tra Municipio e Commissione della pianificazione per “individuare eventuali punti di incontro”. In parole povere: il Municipio ritiene che i commissari devono capire quali sono “le conseguenze finanziarie” della loro proposta (ricordiamo come il sindaco avesse già in precedenza dichiarato che il reinsirimento di 33 oggetti nella lista dei beni da proteggere “minaccia lo sviluppo economico di Lugano”). La questione giungerà quindi sui tavoli del Consiglio comunale “nei prossimi mesi”.

Inoltre, in risposta alla mozione della Lega per il Baustopp, si comincia a parlare della tanto necessaria revisione complessiva del piano regolatore. Lo si fa in termini vaghi, anche se entro fine luglio il Dicastero del territorio è incaricato di presentare “un concetto di indirizzi per l’impostazione di tutti i PR della Città in un nuovo unico piano regolatore secondo principi di unitarietà e qualità urbanistica”.

Quasi tutti sembrano soddisfatti di quella soluzione dell’ultima ora, dimenticando che la decisione sulla variante doveva essere presa dal Consiglio comunale già nella sua seduta di domani. Invece il dibattito viene rinviato di mesi (quanti non si sa) e in sostanza si è intanto deciso di non decidere. Cominceranno quindi lunghe discussioni di corridoio per soppesare i vari interessi e ridefinire gli schieramenti; intanto i cittadini, che non hanno neanche il diritto di conoscere i contenuti del rapporto della Commissione pianificazione, sono tenuti all’oscuro di tutto. Inoltre rimane al Municipio la possibilità di ritirare il messaggio qualora e quando lo ritenesse opportuno, una minaccia che certo peserà sulla possibile soluzione di compromesso.

Rimane da capire quali sono i possibili scenari aperti dalla mozione leghista sul Baustopp che innesca la revisione totale del piano regolatore. Il Corriere del Ticino mette in primo piano quella questione, dando al sindaco l’opportunità di esprimersi sui concetti che dovrebbero presiedere allo sviluppo futuro di Lugano. Secondo Giudici il limite di questo sviluppo è legato “alla capacità delle infrastrutture viarie a sopportarlo”. Noi invece crediamo, con altri, che sarebbe più giusto commisurarlo alla qualità di vita che questa città può offrire.

Insomma, tutto lascia presagire che la vera discussione verrà rimandata a dopo le elezioni comunali dell’anno prossimo. Tutto sommato non sarebbe un male, se alcuni degli attuali responsabili venissero mandati a casa. 
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21 giugno 2011 2 21 /06 /giugno /2011 09:57

Vi abbiamo appena riferito del rapporto della Commissione della pianificazione sulla variante beni culturali del PR di Lugano e sulla richiesta di Baustopp contenuta in una mozione della Lega.

La variante del PR avrebbe dovuto essere discussa in Consiglio comunale già questa settimana, ma invece la discussione non si farà : è vergognoso, dato che i commissari avevano lavorato di buzzo buono per arrivare in tempo, pronunciandosi all'unanimità. Non si discuterà questa settimana e forse, perlomeno in tempi brevi, non se ne discuterà più, dato che una parte del Municipio sarebbe intenzionata a ritirare il proprio messaggio che, con ogni probabilità, sarebbe stato sonoramente sconfessato dal Consiglio comunale. L'esecutivo deciderà oggi: anche se il dado non è ancora tratto sembra delinearsi una maggioranza favorevole al ritiro. Solo la municipale Nicoletta Mariolini pare infatti disposta a battersi affinché la discussione possa farsi nei tempi previsti.

La richiesta di Baustopp avanzata dalla Lega (forse improponibile sul piano giuridico) si delinea sempre più come una mossa tattica per evitare la discussione sui beni culturali e un serio dibattito sulla salvaguardia del territorio. Si può pensare quel che si vuole di Giuliano Bignasca, ma è difficile negargli buon naso nel fiutare gli umori della gente; ha capito che tra la popolazione luganese sta montando un movimento di fondo che chiede maggior rispetto per il territorio, quindi ha deciso di alimentare la confusione con una proposta demagogica.

Data la natura umana si può anche capire se gli eletti dal popolo utilizzano entro certi limiti la loro posizione pubblica per difendere propri interessi privati e quelli dei loro amici. Però opporsi all'iter democratico, evitare una discussione e secretare di fatto un rapporto che secondo Giordano Macchi va al di là dei 33 edifici riproposti alla protezione, impedendo alla popolazione di sapere quel che gli viene negato, significherebbe valicare ogni limite di decenza. 

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19 giugno 2011 7 19 /06 /giugno /2011 10:40

Dopo la sconfessione del Municipio da parte della Commissione pianificazione sulla questione del patrimonio architettonico da proteggere (il Consiglio comunale dovrebbe pronunciarsi tra un paio di settimane) anche Giuliano Bignasca, che certo se ne intende, si è messo a sbraitare contro la "cementificazione di Lugano" e chiede "zone di pianificazione". Il gruppo della Lega in CC ha già deposto una mozione per chiedere un Baustopp di 3-5 anni, dato che "il PR e le norme di attuazione vigenti" sono "ormai superati".

Va bene, meglio tardi che mai. Ci chiediamo peraltro dove fossero i municipali e i consiglieri leghisti in questi ultimi tre anni; appena il 16 novembre scorso si erano infatti schierati compatti contro una mozione che intendeva impedire la cementificazione di Gandria.

La revisione del piano regolatore di Lugano è chiesta da diversi anni con insistenza da una nebulosa trasversale di rappresentanti di quasi tutti i partiti. Ma finora non se ne è fatto niente. A questo punto c'è da chiedersi se la figura di un architetto che controlla lavori per decine di milioni nell'area luganese sia compatibile con la carica di sindaco, che ovviamente ha molta voce in capitolo nell'ambito della pianificazione comunale. Può sorgere il dubbio che gli interessi privati dell'architetto Giudici non siano estranei al ritardo con cui si affronta la questione. Certo è solo un dubbio, ma trattandosi di una realtà che comporta affari per centinaia di milioni di franchi anche il semplice sospetto è già di troppo. Si parla molto di conflitto di interessi negli affari della vicina Repubblica; bisognerebbe cominciare a guardare in casa nostra. Al momento di dare avvio al dibattito sulla revisione del piano regolatore sarebbe forse opportuno che il sindaco Giudici - era già nell'esecutivo luganese prima che Mubarak, Gheddafi e Ben Ali assumessero il potere nei loro rispettivi paesi - facesse un passo indietro, come gli chiede timidamente anche il suo partito.

La revisione del PR è oggi assolutamente necessaria. La richiede il processo di aggregazione comunale di questi ultimi anni, perché non è decoroso né ammissibile che lo sviluppo della nuova città sia affidato a un patchwork di piani particolari. E lo richiede soprattutto la nuova sensibilità per la salvaguardia del territorio di una larga fetta della popolazione luganese, non più incline ad accettare regolamenti definiti oltre vent'anni fa, che concedono ampio margine alla speculazione e alla fregola di cementificazione. Ora, se alle parole seguissero i fatti, la necessaria maggioranza per ottenere la revisione del PR in consiglio comunale dovrebbe esserci. E - con due leghisti, un socialista e un PPD - ci sarebbe anche in Municipio la maggioranza per decretare zone di pianificazione nei casi più urgenti. Uella!

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16 giugno 2011 4 16 /06 /giugno /2011 21:35

Dopo demolizioni e numerosi annunci di demolizioni di edifici storici forse qualcosa sta cambiando a Demolition City. Ci riferiamo al rapporto della Commissione pianificazione del Consiglio Comunale di Lugano - di cui riferisce oggi La Regione - che propone di reintegrare nella lista della "Variante beni culturali" una trentina di oggetti proposti dal Cantone e che il Municipio aveva deciso di stralciare. Il rapporto, redatto da Raffaella Martinelli (PS) e Giovanni Bolzani (PLR), ha buone possibilità di essere accolto perché, pare, tutti i commissari presenti, appartenenti a diversi partiti, l'avrebbero già sottoscritto. Per il Municipio - che per bocca del sindaco afferma che una protezione di tale ampiezza, si fa per dire, minaccerebbe il futuro economico di Lugano - sarebbe una bella sberla. Staremo a vedere. Attendiamo con impazienza la versione integrale del rapporto, che il consigliere comunale PLR Giordano Macchi considera "coraggioso", tanto più che a suo parere porrebbe anche "le basi per l’avvio di estensioni del lavoro di protezione: nuclei, nuovi quartieri di Lugano, comparto Villa Favorita, catalogo Isos ...". Tutte cose che ovviamente ci interessano molto da vicino.

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15 giugno 2011 3 15 /06 /giugno /2011 20:51

Già un paio d'anni fa avevamo presentato un breve saggio di Nicola Emery relativo al concetto di bene comune. Ora lo stesso Emery ritorna sull'argomento in un'interessante intervista proposta dal blog dei difensori del Parco di Villa Argentina. Pur nella sua brevità, contiene diverse stimolanti considerazioni su un tema che ci sta particolarmente a cuore, quello della cura del bene comune. In particolare ci sembra importante l'intuizione secondo cui oggi "il bene comune non è più affatto un immediato, né una dimensione semplicemente ancora tramandata, è piuttosto  qualcosa che va raggiunto, progettato. Anzi, il bene comune va inteso proprio come un progetto piuttosto che in termini statici o ‘cosalistici’.". Di conseguenza la questione va affrontata nell'ambito di un processo dinamico dove i "‘beni comuni’– come per esempio lo spazio e il territorio – non vanno semplicemente reificati, ossia ridotti semplicemente a cose, ma vanno pensati alla luce di una mediazione sociale, che è in fondo già  politica.". Quello che nel nostro piccolo cerchiamo di fare.

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