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22 ottobre 2009 4 22 /10 /ottobre /2009 15:55
All'incirca un anno fa l'Associazione Metropoli Svizzera, in collaborazione con i comuni di Mendrisio e Chiasso, ha organizzato tre serate di conferenze sul tema "progettare, costruire, curare" dedicate in particolare al territorio e agli spazi del Mendrisiotto. In pratica "un corso di filosofia applicata per la gente e gli amministratori comunali"; un'idea partita dopo la lettura di un libro di Nicola Emery,"L'architettura difficile:filosofia del costruire".
In quell'occasione lo stesso Emery ha svolto una relazione, che vi proponiamo, in cui ha detto cose importanti su "lo spazio come bene comune". 
Cose che tutti possiamo vedere e sentire nella nostra esperienza quotidiana, ma che i filosofi hanno il privilegio o il dovere di esplicitare meglio. Emery vede uno spazio che sempre più si privatizza, gestito come un condominio da chi lo possiede, che aggredisce e riduce gli spazi collettivi. Si restringono perciò gli spazi urbani e naturali che, come un tempo il pascolo, continuano a essere luoghi necessari alla nostra crescita personale e alla coesione sociale, spazi di uso comune perché non sono di nessuno in particolare, "una terra collettiva la cui partecipazione è retta dalla logica della condivisione e della comunità". Il diritto segue o prefigura questa insidiosa tendenza e ognuno di noi ne paga personalmente le conseguenze, perché se l'ambiente e lo spazio esterno si guastano ne va di mezzo anche il nostro spazio interiore, con il declino psichico e fisico dell'uomo. 
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